lunedì 30 aprile 2012

coccole e vocali che danno tutto un altro significato

"Mami io molto bene" (trad: mamma, ti voglio tanto bene)
"Anche io Bibi, molto moltissimo. Come coronamento della dichiarazione di amore reciproco ci vorrebbe una coccola, adesso"
"No" (trad: non ci penso neppure, scordatelo)
"Bibi, io ho bisogno di una tua coccola"
"Tieni caccola" (trad: però ti posso regalare quello che produce il mio naso)
"Nooooooooooooooooo, che schifo, ho detto coccola !!!!!!!!!!!!!!"
"Hehehehe" (riso)

Come farle capire che tra coccola e caccola c'è una sostanzialissima differenza e, soprattutto, come spiegarle che va bene che sono la sua mamma ma di fronte a certe schifezze anche la mamma può soccombere e non avere tutta questa presenza di spirito.



venerdì 27 aprile 2012

concentrazione di sindromi

Da abbondono, da stanchezza cronica, ansioso-depressiva, gambe senza riposo, orticaria, premestruale. Sono certa che possano essere tutte ricondotte nella categoria pippementali. Ma al momento mi sento la sorella sfigata del Leopardi, il pessimismo cosmico si beve una caipirinha alla mia salute, e la strega di Biancaneve dice che se mi impegno un altro po' posso tranquillamente sostituirla.

In giornate come questa in cui ci vorrebbero potenti iniziezioni di buonumore e positivismo, ma non ho mica capito dove si comprano.

martedì 24 aprile 2012

la nostalgia del Mocambo

La romagna è, prima di essere un luogo fisico, una interpretazione. Una sorta di insostenibile leggerezza dell'essere, in chiave pop. Che, ammetto, in casi estremi sconfina in rincoglionimento cerebrale ma, a volte, è una visione di insieme molto pratica, che lascia poco spazio alle speculazioni. Anche conosciute come pippementali. I romagnoli vivono in letargo da novembre a marzo, in una sorta di gigantesca bolla di sapone, un luna park a riposo con luci spente, leggermente malinconico. Il mare incornicia tutto. A metà tra i personaggi felliniani e tondelliani, molto orgogliosi di fare un bisnèss della madoska con un mare che non racchiude proprio le qualità che dovrebbe avere un mare, e un ammasso di sabbia marrone. Si sono inventati molte facilities, la prima delle quali sono abbondanti piatti di lasagne. Con queste riescono a farsi perdonare un tedesco approssimativo e un francese dialettizzato.
Della romagna mi piace il risveglio dal letargo, in quello spazio temporale che va da marzo ad aprile, con il vento che soffia ancora e i bagnini già abbronzati che lavano lettini e ombrelloni. Mi piace quella sensazione di preparazione e di attesa, quando sai che a breve iniziarà l'invasione. Una condivisione forzata con personaggi scoppiatissimi, come se avessero aperto le gabbie della fauna umana. Mi piace quella sensazione che ha il cervello di vivere in bikini e infradito tutto l'anno, manco fosse a Recife. Una sorta di distacco dalla quotidianità, una vacanza mentale, che con qualsiasi persona tu stia parlando, ti porterebbe a confessare apertamente non prendermi troppo sul serio, che sono romagnola.

Ecco, io sono certa che avrò nostalgia di tutto questo, lo voglio proprio vedere il cervello in bikini sul lago, quando si sentirà fuori luogo e anche scemo. Come se fosse in un tinello marron che beve l'assenzio del tempo ladron. Lo so, ne sono consapevole, ma ancora non so come farmene una ragionevole ragione. Magari chiedo a Paolo.

lunedì 23 aprile 2012

il senso del possesso che fu prealessandrino

"Mami, tu mia" (trad: ti annuncio che ho deciso che tu sei solo mia)
"Anche un po' mia, appartenente a me stessa dico"
"No, tu solo mia. Tu mia mamma" (trad: no, ti sbagli, tu sei solo mia e sei solo mamma)
"Bibi, la mamma è molto contenta di fare la mamma e di essere tua. Ma la mamma è anche altro"
"Adesso io molto allabbiata" (trad: ti comunico che mi sono arrabbiata)
"Ma perchè ?"
"Pelchè tu no penzi quando palli" (trad: perchè esprimi concetti inesprimibili e dovresti stare attenta a quello che dici).

Prealessandrino o no, e canzone a prescindere, questo senso del possesso mi fa vacillare come una tredicenne alle prese con il primo amore.

venerdì 20 aprile 2012

un rapporto complicato

Premessa: quello tra Bibi e il sonno rientra nella categoria rapporto complicato. Non si capiscono, non si sanno prendere: lei lo tratta con sufficienza, lui la considera un caso patologico. Insomma, non hanno ancora trovato una loro dimensione. Hanno tempistiche diverse, quando lui pensa che sia il momento perfetto per lasciarsi andare reciprocamente, lei ritiene che sia ancora troppo presto, a volte addirittura uno spreco di tempo che la sottrae dalla sua attività preferita: bombasumami.

Fatto: questo è quello che è successo questa mattina alle 5.00

"Mami"
"Uhmmmmmmmm"
"Mamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii"
"Uhmmmmmmmmmmmmmmmmmmm, è presto dormi"
"Mamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, è mattina occhi apli 'veglia 'veglia alzi alzi alzi" (trad: è mattina, apri gli occhi, svegliati e alzati, imperativo categorico)
"Shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, non voglio sentirti parlare, ho detto dormi. A letto !"
"Ma ..."
"Allora ? Ho detto dormi ! "
"Mami, ma 'ta serena" (trad: mamma, per la tua incolumità psichica ti consiglio di vivere con serenità)
"Bibi adesso basta, vado a dormire nell'altra stanza, chiudo tutte le porte e non ne voglio sapere niente dei tuoi deliri mattutini. Arrangiati"
"Mami, qui ziabbatte tue, gulda io do te mano, aiuti alzalti, no pleoccupa" (trad: mamma, capisco che la mattina sei sempre di pessimo umore, ma non preoccuparti che ti do' la mia manina, ti aiuto ad alzarti e ti porto anche le ciabatte)
"Ufffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff"
"Mami no 'fiare come gatti" (trad: mamma, non soffiare come i gatti)
"Ma cosa sei il Generale Radetzky ?"
"Hihihihihihihi" (risata)

Conclusione: posso sopportare bombasumami, posso tollerare la modalità koala, posso condividere tutto persino il bagno, sono anche disposta a cenare insieme alle sette meno un quarto (orario che sconvolgerebbe anche le galline, che notoriamente mangiano presto, ma non così presto), ma non ce la posso fare a non dormire. Sto cercando un bunker dove rinchiudermi la notte. C'è un limite a tutto, echeccavolo.

giovedì 19 aprile 2012

le primedonne

Bibi e Lydia, scritto così, non so se per un tocco di esotismo o cosa. So solo che in certi casi è meglio non indagare. Dicevo, Bibi e Lydia, frequentano la sezione pesciolini dell'asilo, si sono conosciute il 1 settembre dello scorso anno, hanno da subito litigato perchè entrambe volevano come totem, da appiccicare sul lettino, la Tartaruga Teresa. Poi hanno deciso di farsi la guerra. La questione tartaruga è stato un pretesto. Un pò come tutta la pappardella che ci insegnano alle medie sulle cause della prima guerra mondiale, fanno fuori Francesco Ferdinando e scoppia la guerra. Decisamente no, la Francia e la Germania si trovavano reciprocamente insopportabili per diversità ontologica, senza contare tutta la questione del revancismo. Anche in questo caso la questione è molto più complicata. E anche qui c'entra una rivincita morale.
Lydia è una bambina dolcissima, occhioni verdi, con ricci lunghi neri. Bibi è frenetica, occhioni azzurri, capelli lisci e corti, biondi. Il primo giorno di inserimento si sono entrambe guardate da lontano e si sono affrontate. Dopo la questione Tartaruga Teresa hanno deciso che non era possibile che una giocasse con il passeggino e l'altra con la cucina. Entrambe volevano nello stesso momento la stessa cosa dell'altra, con urli, schiaffi, morsi, e annesso tiraggio di capelli. Fortunatamente Lydia è dotata di una mamma molto serafica, e in perfetta armonia con il cosmo, la quale non si è minimamente scomposta ai deliri possessivi di mia figlia. Io, ammetto, sono un pò più provata: Bibi, alias Furia Cavallo del West, mi destruttura emotivamente. Da una parte provo solidarietà, perchè ci sono momenti in cui anche io, se potessi, farei le sue stesse scenate, dall'altra so che avere atteggiamenti costruttivi fa meglio anche alla propria autostima. Alla prima riunione all'asilo la questione Bibi/Lydia è stata risolta con un sono due primedonne, hanno due gruppi distinti di riferimento.

Ecco, Bibi, io vorrei tanto dirti che nella vita è del tutto normale trovare un'altra donna, caratterialmente forte quanto te e anche bella quanto te. Che non significa che ti voglia rubare il territorio, che ti voglia far fuori, che voglia imporsi su di te. Vorrei anche dirti che le bionde e le more possono andare tranquillamente d'accordo, pur avendo criteri comportamentali diversi. Anche se le prime scuotono i capelli solo come le bionde sanno fare e le seconde ti guardano sornione da sotto in su, come solo le more sanno fare. Ecco, vorrei dirti tutte queste cose, ma so che non mi ascolterai. Perchè tu sei cocciuta e vuoi fare le tue elaborazioni da sola, in totale autonomia. Per cui io ti auguro di incontrare donne meravigliose con le quali condividere e provare empatia, perchè la solidarietà femminile è bella e può aiutarti in quei momenti di totale e globale intolleranza verso te stessa, oltre ai momenti di tristezza cosmica. Per cui ti esorterei con iniziare a fare gli auguri a Lydia, visto che oggi è il suo compleanno, e a darle anche un bacetto. Ce la puoi fare, lo so. Vedrai come tutto poi sarà più semplice. E non scuotere la testa, è normale che una della due faccia il primo passo verso la détente. Inoltre la guerra fredda è storicamente superata, sappilo.

mercoledì 18 aprile 2012

l'ha scritta per me

Ci sono alcune canzoni che fanno parte della tua storia personale. Come se fossero il tuo stampino; sei talmente tu che ancora un pò chiedi i diritti. Altre che non avevi mai considerato, sulle quali non ti eri mai particolarmente soffermata, perchè le trovavi troppo diverse da te, proprio in disarmonia. Come in disco quando tutti ballano normalmente e vedi uno da lontano che poga, e pensi ma guarda questo quanto è scemo che non sa nemmeno andare a ritmo. Poi ci sono altre che tutto d'un tratto rivaluti, c'è qualcosa nel cervello che ti fa clic, e non sai bene come. Probabilmente solo perchè, da quando sei passata al lato oscuro della forza, ovvero da quando alle mille cose che ti senti di essere si è aggiunta anche la categoria mamma, non hai più un momento uno che sia tuo. Che c'è tua figlia che passa le ore che ti vede in modalità koala, con tu che sei l'albero di eucalipto e lei beata che mastica le tue foglioline. In modalità paguro nella conchiglia, con tu che sei il paguro e lei la conchiglia appiccicata, anzi incollata a te. Ci sono anche casi estremi di modalità cozza abbarbicata allo scoglio. Ecco, da quando sono diventata mamma provo empatia per Guccini quando, esasperato, cantava nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.

Anche le mamme, in particolare quelle come me, passano momenti in cui sono avvelenate. In particolare non si spiegano il perchè dell'eccessivo amore filiale riversato. E soprattutto non capiscono perchè non possano conservarlo per l'adolescenza, quando, già so, sarà troppo poco e sarò avvelenata quanto adesso. Non se ne esce.

martedì 17 aprile 2012

principi e draghi traslocano

"Mami, ma poltiamo via tutto ?" (trad: mamma, ma il vuoto cosmico che c'è in casa è dovuto al fatto che portiamo via tutto ?)
"Sì, tutto quello che ci serve"
"Letto mio ?" (trad: il mio letto, il mio cuscino, le mie coperte con il mio odore ?)
"Sì"
"Cocci, Nanna piccola, Nanna Glande, Uinni, Sblodolina, Mistelflog, Olsettocuolicino ?" (trad: e tutti i miei peluche dai nomi più assurdi e improbabili ?)
"Sì, tutto quello che pensi sia necessario portare via"
"E il dlago ?" (trad: anche il drago verde che sputa fuoco ?)
"Il drago ? No, Bibi, il drago ad oggi non è pervenuto"
"Allola chiamo Plince Filippo e lui polta il dlago" (trad: non c'è problema, faccio una chiamata al Principe Filippo, quello della Bella Addormentata, e gli dico di portarmi il drago)
"E cosa ce ne facciamo del drago?"
"Tu 'tai con dlago e io con plince" (trad: tu ti piazzi con il drago verde, brutto e sputafuoco; io esco con il Principe Filippo, biondo, bello, coraggioso).

Sto ancora cercando di capire se mi ritenga bisognosa di una badante oppure, molto più semplicemente, una strega. Con entrambe le opzioni l'autostima decade.

lunedì 16 aprile 2012

piove

Mi si sono formati muschi e licheni nel cervello. La parte che ancora non è stata intaccata canta a ripetizione piove senti come piove madonna come piove senti come viene giù. L'unica cosa sensata da fare sarebbe quella di andare in letargo.

E non si spiega il perchè quando hai bisogno di un ombrello non c'è mai, manco fossero specialisti delle fughe all'inglese.

domenica 15 aprile 2012

umore

"Mami, ziochiamo ai cololi ?" (trad: mamma, facciamo un disegno tutto colorato insieme ?)
"Va bene, prendiamo tutti i colori, ma coloriamo sui fogli, niente murales e altre cose strane da artista. Va bene ?"
"Ba bene"
"Allora, io prendo il blu"
"Pelchè ?"
"Perchè è il mio colore preferito. E il tuo ?"
"Nelo"
"Come il nero? Mannò dai "
"Nelo, ho detto nelo"
"Ma sei nella fase punk ?"
"No, umole"

A volte ho l'impressione che l'adolescenza sia già iniziata.

venerdì 13 aprile 2012

wiki e la sua insolenza

Ammetto che sapere di andare a vivere in un posto con il lago mi fa venire in mente Twin Peaks. E anche una conversazione fatta al ginnasio, con una compagna di banco che aveva sempre scarpe alla Mafalda, in cui ci si raccontava dei progetti delle prossime vacanze estive. Lei, mesta, che mi diceva che sarebbe andata al lago, io che le dicevo beh che ti lamenti, lei che mi rispondeva il lago è un posto per passarci la vecchiaia e niente di più. In effetti, adesso che ci penso, a settembre era l'unica entusiasta di ricominciare le lezioni, l'estate al lago l'aveva distrutta sotto ogni punto di vista.
Non si capisce bene il perchè il cervello ti tiri fuori questi spezzoni quando a. non sapevi nemmeno di averne memoria; b. non sono ricordi particolarmente illuminanti, tipo chessò, il primo bacio mentre dal bar gli altoparlanti sparavano la canzone hanno ucciso l'uomo ragno; c. non sarebbe il momento più appropriato visto che il ricordo ti fa scattare il primo livello di allarme.
Per cui, certa di quelle certezze empiriche e inconfutabili, manco fossi una Locke postmoderna, approdi a wiki, in cerca di appigli. E leggi che la ridente località sul lago ha dato i natali a un certo pincopallo, giudice dei Giochi senza Frontiere.

A questo punto c'è anche il piccì che ride e che si domanda "ma che caspita di posti frequenti, tu ?"

giovedì 12 aprile 2012

distacco

L'impressione è quella di stare sulla grata che soffia aria piacevolmente calda, con una gonna svolazzante, per di più bianca, addosso. E stai lì a goderti lo spettacolo e la sensazione di benessere. Ti doti anche di un sorriso scemo, che tu sai che non è scemo, ma lasci che tutto il mondo pensi che lo sia. Fai anche spallucce, non ti interessa nulla. Anzi ridi, distaccata quanto la Anita della situazione, come se passeggiassi tra le viuzze di Roma, con un gatto in testa. Come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Ecco, mentre tutti in ufficio hanno la faccia alla Urlo di Munch io mi sento piacevolmente distaccata dai deliri in corso.

Non si capisce bene perchè provi empatia e riesca anche ad immedesimarmi con personaggi dal bulbo biondo, ma al momento non me ne preoccupo.

mercoledì 11 aprile 2012

il gioco dei perchè

"Mami cosa hai nella fazzia ?" (trad: mamma, hai qualcosa di strano in faccia)
"Bibi non preoccuparti, è un brufolo"
"Pelchè blufolo ?"
"Perchè ho magiato troppo cioccolato"
"Pelchè ?"
"Perchè la mamma aveva bisogno di mettere in circolo endorfine"
"Pelchè ?"
"Perchè con le endorfine in circolo vedi tutto da nuove prospettive"
"Pelchè ?"
"Perchè la mamma ha un po' paura di partire"
"Pelchè ?"
"Perchè questa volta ho paura di non farcela"
"Pelchè ?"
"Perchè mi sento responsabile nei tuoi confronti e spero di avere fatto la scelta giusta"
"Pelchè ?"
"Bibi, cambiamo gioco ?"
"Pelchè ?"
"Perchè non so dare una risposta sensata a tutti i tuoi perchè"
"Ba bene, ziochiamo a bomba su mami" (trad: va bene, allora giochiamo che io salto su di te e quando ho saltato abbastanza mi tuffo, sempre su di te).

Da qualsiasi prospettiva la si guardi, la mamma è quella che si becca sempre le batoste, fisiche e non. Ma perchè.

martedì 10 aprile 2012

rivalutazioni e confronti

Ti svegli con la musichetta delle Charlie's Angels che ti suona nel cervello, e i capelli ti si autocotonano di riflesso. E non è bello, soprattutto in un martedì che sa troppo di lunedì. Poi elabori che forse il tuo inconscio ti vuole mandare qualche messaggio subliminale, e passi mezz'ora a guardare il soffitto in attesa di un segnale. Che ovviamente non arriva. Per cui cerchi di capire se i tre angeli sono quelli di cui avresti bisogno per ridare un minimo di senso compiuto alla tua casa in primo luogo, oppure se è arrivato il momento di rivalutare la tua vita. Che le tre stavano messe peggio, tra capigliature gonfie peggio della Marge Simpson e vestiti improbabilissimi.

Da questa prospettiva tutto sembra un pò meglio, e soprattutto ringrazi la dea perchè negli anni ottanta eri troppo piccola per poter avere giacche con spalline imbottite e fuseaux giallo limone. E mi sembra già una conquista.

lunedì 9 aprile 2012

ci sono giorni

in cui una vorrebbe solo starsene sotto un quintale di coperte e vegetare a letto. In cui ti senti in totale e globale dissonanza con il mondo e le persone. Ci sono giorni in cui vorresti appenderti addosso un cartello con scritto non fate domande, sto bene ma lasciatemi stare. Giorni in cui ti mangeresti un intero uovo di Pasqua, e mettere in circolo un pò di buonumore. Ci sono giorni in cui una si sente l'alter ego di Crudelia De Mon, e vorrebbe autoesiliarsi per un pò, giusto per non combinare troppi danni.

Ecco, è un di quei giorni. La convivenza forzata con il parentado non alleggerisce l'umore. Per cui mi metto lo smalto rosso e mi impegno a non fare fuori nessuno, parentado incluso. Promesso.

venerdì 6 aprile 2012

io, Anna e Lucio

Poi, una mattina, arriva una mail che ti dice più o meno così:

"Buongiorno Basketman, Melina e Bibi,
sono Haratari, il vostro supporto logistico per il trasloco. Da oggi fate riferimento a me per tutto quello che riguarda domande, dubbi, necessità e richieste. In allegato trovate form da compilare con tutto quello che volete portarvi via: mi raccomando siate precisi perchè ciò che non dichiarate non ve lo riporteremo più indietro. Vanno specificate anche il numero di bottiglie di vino, nel caso abbiate intenzione di traslocare anche quelle. Non abbiate timore per il trasloco, il giorno che mi indicherete vi manderemo la nostra squadra a impacchettare tutto e a caricare, senza la necessità che voi siate in casa. Pensiamo a tutto noi. Il secondo supporto logistico è la mia collega Magdalena, in caso io non ci sia potete fare riferimento a lei. Enjoy it."

E tu rimani un pò così, vacillante e interrogativa. Intanto 'sto caspita di "enjoy it" suona tanto come presa per i fondelli, diciamolo pure. A meno che Haratari non sottointenda che la squadra per l'impacchettamento siano i california dream men e a quel punto, tu ti siedi sul divano, e ti guardi lo spettacolo. Ma non credo. Va bene le facilities ma c'è un limite a tutto, immagino. E poi, a Riccione c'è questo negozietto indiano che si chiama Haratari, un ammasso di incensi da mal di testa, e ammetto che l'associazione dei nomi mi ha fatto presagire le peggio cose. E poi, non è rassicurante che tu mi dica che pensi a tutto tu, ma poi mi presenti il secondo supporto logistico, nel caso non ci fossi. O ci sei o non ci sei. O sei il mio supporto logistico o non lo sei. Perchè poi una ci rimane male, si sente tradita e abbandonata, peggio di Raperonzola. E poi, Magdalena mi fa pensare alla passione, non quella amorosa, diciamolo pure.
Voglio Anna, una semplice e rassicurante Anna, che capisca le mie assurde ansie italiane da trasloco, che mi guidi verso l'impacchettamento casalingo, che mi dica che è tutto a posto e sotto controllo, una con la quale bere un caffè e farci due chiacchiere tra uno scatolone e l'altro. Mi sento peggio di Lucio quando cantava straziato vogliooooooooooooooooo Annaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.

A questo punto il panico e l'horror vacui ballano felici il liscio, come se il cervello fosse diventato una pista di balera.

giovedì 5 aprile 2012

alibi tipicamente femminili

Occhei, no panic, ti dici. Anche se ti svegli e attorno vedi solo scatoloni e una casa che sta vivendo di vita propria, come se fosse parallela alla tua.
Occhei, bevi il caffè, a mente lucida tutto sembra meno disastroso, ti dici. Anche se non ti ricordi dove hai messo gli ultimi paia di jeans puliti, e c'è il cesto della biancheria da lavare che sembra il drago della Bella Addormentata che ruggisce malefico.
Occhei, devo elaborare un metodo scientifico per inscatolare tutta 'sta roba, ti dici. Anche se hai ben presente che una come te, relazionata alla parola scientifica, prova odio alla Trilly e Wendy.
Occhei, può essere una buona occasione per buttare via tutto il superfluo e le cose che non metti più da anni, ti dici. Anche se sai già a priori che le tue felpe del liceo rientrano nella categoria ricordi, e quelli mica si possono buttare.
Occhei, Basketman avrà sicuramente un bagaglio leggerissimo, che lui è asceta e vive di poche cose. Per cui lo spazio che non occupa lui lo posso occupare io, ti dici. E quindi non butto via niente e porto tutto con me.

Finalmente il cervello ha trovato pace, che tanto è risaputo che tutti gli oggetti femminili sono essenziali e indispensabili, mentre quelli maschili sono decisamente marginali e superflui, ma dovevo pur sempre trovare un alibi per la coscienza.

mercoledì 4 aprile 2012

autoaffermazione dell'io

"Bibi, li vedi tutti questi scatoloni ?"
"Sì"
"Adesso giochiamo a riempirli tutti con le nostre cose"
"Pelchè ?"
"Eh, perchè ci trasferiamo e andiamo tutti insieme in una nuova città e in una nuova casa"
"Pelchè ?"
"Perchè vediamo posti nuovi, impariamo il francese, conosciamo nuovi amici. Vedrai che ci divertiremo molto"
"Mami"
"Dimmi"
"Io no vollio pallale flancese" (trad: non ci penso neppure a imparare il francese)
"Mannò dai, giochiamo che tu lo insegni a me e io a te"
"No, e io adesso metto cacco, plendo cùtel e vado via" (trad: scordatelo, e adesso mi metto il casco, prendo lo scooter e vado via).

Fortunatamente ha uno scooter di legno e ha due anni. In caso contrario sono certa che avrebbe fatto una di quelle scene con porta sbattuta. In tutti i modi sento lo sblammmmmmmmmm che mi riecheggia nelle orecchie.

martedì 3 aprile 2012

come la mortadella, del film della Loren

Prima o poi succede. Prima o poi la notizia si sparge. Prima o poi quelli che fino al giorno prima consideravi niente più che colleghi, persone con le quali ci prendevi un caffè in pausa pranzo e facevi due chiacchiere (dal commento previsioni meteo a informazioni su dove comprare scarpe decenti, per dire), adesso si comportano come se fossero i tuoi migliori amici. Nel senso che si sentono in diritto di chiederti il perchè e percome della scelta, di cosa ti ha portato a decidere di andartene all'estero, e milioni di domande sul trasloco e sulla futura sistemazione. Al che tu provi a scartare di lato, ma finisci per cadere come il Bufalo di quella famosa canzone e vorresti tanto essere la locomotiva con la strada segnata, ma non lo sei.
Perchè, per quanto tu cerchi di impegnarti a spiegare in termini razionali la scelta, finiscono per farti domande emozionali, cose tipo ma se poi ti manca l'Italia, e ci sono giorni in cui una si sente peggio della mortadella del film della Loren, fuori dai confini patri. E non fa bene all'umore.

Per cui, o mi rinchiudo in ufficio, manco fosse un bunker, o appendo fuori dalla porta risposte alle faq, oppure mi doto di santa pazienza. Dove si compra?