mercoledì 18 aprile 2012

l'ha scritta per me

Ci sono alcune canzoni che fanno parte della tua storia personale. Come se fossero il tuo stampino; sei talmente tu che ancora un pò chiedi i diritti. Altre che non avevi mai considerato, sulle quali non ti eri mai particolarmente soffermata, perchè le trovavi troppo diverse da te, proprio in disarmonia. Come in disco quando tutti ballano normalmente e vedi uno da lontano che poga, e pensi ma guarda questo quanto è scemo che non sa nemmeno andare a ritmo. Poi ci sono altre che tutto d'un tratto rivaluti, c'è qualcosa nel cervello che ti fa clic, e non sai bene come. Probabilmente solo perchè, da quando sei passata al lato oscuro della forza, ovvero da quando alle mille cose che ti senti di essere si è aggiunta anche la categoria mamma, non hai più un momento uno che sia tuo. Che c'è tua figlia che passa le ore che ti vede in modalità koala, con tu che sei l'albero di eucalipto e lei beata che mastica le tue foglioline. In modalità paguro nella conchiglia, con tu che sei il paguro e lei la conchiglia appiccicata, anzi incollata a te. Ci sono anche casi estremi di modalità cozza abbarbicata allo scoglio. Ecco, da quando sono diventata mamma provo empatia per Guccini quando, esasperato, cantava nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.

Anche le mamme, in particolare quelle come me, passano momenti in cui sono avvelenate. In particolare non si spiegano il perchè dell'eccessivo amore filiale riversato. E soprattutto non capiscono perchè non possano conservarlo per l'adolescenza, quando, già so, sarà troppo poco e sarò avvelenata quanto adesso. Non se ne esce.

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