sabato 2 giugno 2012

e io?

Tre ore di fila in autostrada, camionisti imbufaliti anche in terza corsia, caldo, umido, una grandissima voglia di scendere dalla macchina e mettersi ad urlare, e poi urlare ancora un altro po'. Perchè il venerdì con la coda, pure non segnalata, è troppo per chiunque. Che una avrebbe già dato durante tutta la settimana, per cui si sente in sacrosanto diritto di avere un venerdì soft,  in armonia con il cosmo e l'umanità. Anche con quella sui macchinoni bianchi, che ti sfareggiano sempre, comunque, quantunque, come se l'autostrada fosse il Mar Rosso e con la sola imposizione dei fari tutti si aprano al passaggio. Di venerdì posso anche impegnarmi a non inveire e lanciare improperi contro i suddetti individui.
E il fatto di non averlo ti fa sentire come se avessi subito un torto, tanto da fare causa alla dea felicità. Poi elabori che non hai la più pallida idea di come si chiami la suddetta dea, che la tua prof. di greco non te ne ha mai parlato. O forse non eri attenta quando ne parlava, che tanto tu giocavi alle associazioni di parole con la tua compagna di banco. Vabbè. Ad ogni modo alle 20.21 suono il campanello dei nonni e sulle scale mia madre mi accoglie con: "Come sta Basketman? Hai chiamato il medico? Hai preso appuntamento per la caldaia? Quando arrivano a fare il trasloco? Hai chiamato la nonna? Preferisci i pomodori o le carote? Ti sei ricordata di portare il casco per Bibi? Sei passata in lavanderia?".

Non so, basterebbe un semplice e banale come stai, che una non è che ha sempre risposte a tutto. E soprattutto, ci sono certe giornate in cui queste liste di domande mi rendono molto intollerante. Ma molto molto.

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